NO CAREER DAY!

GIOVEDI’ 18 OTTOBRE
dalle 8.30
GIORNATA DI AGITAZIONE PERMANENTE!

H.14 atrio
ASSEMBLEA PER UNA MOBILITAZIONE GENERALIZZATA
costruiamo, insieme a tutte le realtà che lottano, una mobilitazione che, esprimendosi in varie forme, provi a spezzare le dinamiche di sfruttamento che viviamo

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LIBERIAMOCI DEL CAREER DAY

Come di consuetudine anche quest’anno l’università statale di Milano apre le sue porte ad alcune tra le principali aziende del pianeta. “Giornata di orientamento e lavoro per studenti e laureati” lo chiamano, ma cos’è veramente il Career Day?
Il career day è una giornata in cui le aziende entrano in università offrendo agli studenti la possibilità di dare il proprio curriculum con la speranza di essere chiamati per qualche stage. Per studenti di lettere e filosofia, geografia o storia le offerte sono mcdonald’s, abercrombie, esselunga, leroy merlin, barkleys…
Questa è l’altra faccia della medaglia: a chi entra in università pensando di studiare per arricchire la propria persona si accorge che il sapere dell’università non è affatto neutro, ma anzi appositamente fatto perché possa essere capitalizzato.
Come succedeva ai tempi di Roma in cui avveniva la vendita degli schiavi da parte dei mercanti, oggi siamo noi gli schiavi che vanno a cercare il proprio padrone.
Il career day non è un’eccezione nella quotidianità universitaria
Abitualmente l’università affitta i suoi spazi per promuovere aziende o grandi eventi (ad esempio il salone del mobile) acquisendo profitto e immagine.
Mettendo il sapere e la cultura al servizio del mercato, l’università getta la maschera: l’ateneo diventa un bacino a cui attingere capitale umano a disposizione di chiunque abbia risorse per comprarlo. Quindi il problema non sta nello scegliere tra un’università pubblica o privata, ma tra un’università che sia o non sia funzionale al capitale.
Il career day rispecchia il deserto umano e affettivo che ci circonda
Non è un caso che tutto questo avvenga all’inizio dell’anno: fin da subito si deve capire qual’è lo standard di vita a cui dobbiamo aspirare. Esattamente come una via della moda, la dittatura dell’immagine che impone un consumismo sfrenato, gli spazi della statale sono dei grossi panelli pubblicitari. Da essi ogni azienda ci bombarda di messaggi su come apparire, per aspirare a diventare “dei cittadini perfetti o degli onesti lavoratori sfruttati”.
Le nostre vite, le nostre energie non possono essere standardizzate ne messe a servizio del profitto.
Il nostro tempo e il nostro sapere non possono essere quotati in borsa.
Affermiamo il fatto che ci possa essere una qualità della vita e del tempo migliori di quelli che ci impone questa società. Per questo ci organizziamo in università per creare spazi in cui la cultura non sia finalizzata al profitto, in cui non esista burocrazia e scansione del tempo in base a colloqui di lavoro, per creare dei legami affettivi solidi che combattano la noia e l’indifferenza generalizzata.
Organizziamoci insieme contro il career day:
Crediamo sia necessario trovare i mezzi per trasformare questa becera esibizione in un momento di rottura contro tutte queste logiche.

Libreria Autogestita Ex-Cuem

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