Comunicato in seguito agli arresti per le cariche in Statale

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Libreria Ex-Cuem -Università Clandestina

Mercoledì  19giugno alle 6 di mattina la polizia si è presentata nelle case di  dieci ragazzi e ragazze per i fatti del 6maggio. Sette di loro sono agli arresti domiciliari, tre indagati a piedelibero. Le accuse sono resistenza, danneggiamento e travisamento.

Quei giorni li ricordiamo tutti. Il rettoreGianluca Vago decise di sgomberare e distruggere gli spazi della libreriaEx-Cuem. Ci fu subito una reazione: un’assemblea molto partecipata decise di occupare un’auletta inutilizzataall’interno dell’università per proseguire con il progetto della libreria. Lapolizia autorizzata dal rettore Vago non si fece scrupoli a caricare glistudenti, i solidali e chi in quel momento si trovava nei pressi  dell’auletta occupata per sgomberarla.

Nei giorni seguenti ci fu una grossa mobilitazionecon cortei in città, fu impedito l’ingresso della polizia nell’ateneo efurono  ri-occupati gli spazi dellalibreria. Allo stesso tempo altre esperienze universitarie si sono mobilitatein tutta Italia: anche a Napoli gli studenti sono stati caricati in piazza, siadai fascisti che dalla polizia; a Bologna è stato occupato il rettorato; a Romasi sono verificate diverse azioni di solidarietà.

Da quel momento, nonostante l’ostilità e ilsilenzio dei professori , l’Ex Cuem è stata ricostruita ed è tornata a vivere.

La difesa dell’Ex-Cuem  non è una battaglia isolata. Gli attacchipolizieschi e dell’amministrazione universitaria rivolti contro la libreriaseguono le stesse modalità che vediamo tutti i giorni in Val Susa, le stesse chehanno portato alle rivolte per Gezi Park a Istanbul e in tutta la Turchia oalla cacciata della polizia a Bologna durante un’assemblea in piazza; le stessemodalità con cui ogni giorno vengono sfrattate le famiglie che non riescono apagare l’affitto, le stesse con cui la polizia decide di sgomberare chi siorganizza e vive in collettività in spazi che sarebbero altrimenti vuoti.

I fermi, gli arresti e le misure cautelari nonrappresentano altro che il becero tentativo di fermare un’unica grande lotta chesi diffonde e contagia tutti i luoghi in cui l’autorganizzazione a partire daipropri bisogni diviene una bandiera e un’irrinunciabile strumento dilotta.

E’ con gioia e orgoglio che affermiamo che ognisforzo su questo piano è stato e sempre sarà vano: la consapevolezza del fortelegame e dei progetti che tengono unite le nostre battaglie va di pari passocon i legami che abbiamo stretto all’interno della Libreria in un anno dioccupazione, così come tra i boschi della Valle o con le famiglie degli sfrattati.La solidarietà è la nostra arma più forte e non esiste arresto che possa minarele sue basi. E’ per questo motivo che a difendere l’Ex-Cuem non c’erano solo isuoi occupanti e gli studenti della Statale, ma anche compagni e compagne etutti i solidali che si riconoscono in questa lotta.

Ci rinchiudono per aver resistito. Siamo fieri diaverlo fatto, siamo in un momento storico in cui il termine resistenza assumeun valore per noi totalmente positivo.

Se resistere è un reato, siamo tutti recidivi.

Facciamo un appello a tutti coloro che in questomomento sono sotto attacco a non arrendersi, ad alzare la testa, perché anchese per ora ci hanno tolto i nostri compagni, la battaglia non è finita: perloro e per chi lotta senza paura, diffondiamo la solidarietà.

DOVE DISTRUGGONO RICOSTRUIAMO. QUANDO SGOMBERANO RIOCCUPIAMO. QUANDO CARICANO RESISTIAMO.

CLARA,GRAZIANO, PASCA, FRA, ENRICO, TOFFO E MICH LIBER* SUBITO!

                                                                                                                                                            #standup4excuem      

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