C’è questa parola suggestiva che colpisce l’immaginazione: scienziati sociali militanti che si mettono a fare la ricerca alla pari con coloro che prima erano solo oggetto d’intervista e basta; una volta finita l’intervista, l’intervistato rimaneva lì e non ne sapeva più nulla.[…] La conricerca non si basava affatto sulla qualificazione professionale, sulle competenze del mestiere; coinvolgeva operai (e impiegati e tecnici e operatori) in un lavoro sistematico di ricerca su tutto l’arco della loro sopravvivenza e conflittualità e lotta, alla pari con intellettuali e ricercatori “esterni” a quel dato ambito lavorativo, dove però un poco ci si “radicava”, anche se talora si trattava di un lavorare esterno al luogo di occupazione, a cominciare dal loro lavorare auto-riproduttivo. Dunque già si anticipava una concezione del lavorare diverso dall’artefare, e tantopiù dal produrre manuale, tangibile. Questo rapporto e scambio era reciprocamente anche formativo. Poneva esplicitamente ipotesi politiche sulla lotta legate alla teoria, messa così alla prova, in maniera che quel conoscere mobilitativo trasformava l’operaio anche in un peculiare militante (non solo ideologico…) e faceva crescere il militante e talora la lotta verso l’alto, finchè lui stesso pure operava con con-ricercatore tirandosi dietro altri, come noi d’altronde ci tiravamo dietro giovani apprendisti. Poi i militanti conricercatori si collegavano fra loro (magari in una redazione di fogli di fabbrica o operai, anche preesistenti) in una certa rete, allora faccia a faccia e col telefono.
R. Alquati – Per fare conricerca
Che senso ha portare un’inchiesta militante in valle?
1- Possibilità di comunicazione/scambio in un contesto di lotta.
2- Compresenza di molti militanti
3-Eterogeneità delle zone di provenienza
4-Intere giornate da dedicare al lavoro di inchiesta
5-Compresenza dei partecipanti al progetto (noi)
Obiettivi dell’inchiesta:
- Definire l’orientamento del campeggio Notav. La qualità dei militanti che vi partecipano, la loro capacità d’analisi, la loro progettualità.
- Mettere in circolo delle energie, conoscere personalmente nuovi soggetti, stringere amicizie e alleanze.
- Raccogliere materiale d’archivio che possa servire in futuro a chi volesse intraprendere un lavoro storiografico-folkloristico, basandosi sulla storia orale.
- Mappare le conoscenze e gli spunti per un ulteriore lavoro d’analisi di fase, che ci serva a comprendere meglio la strada da percorrere al fine di trasmettere lo spirito della valle nella metropoli.
Le forme dell’inchiesta possono essere varie. Hanno diversi scopi e diverse modalità di realizzazione.
L’inchiesta VIDEO ha come obiettivo il rendere immagini le situazioni, fissandole in un discorso narrativo.
L’inchiesta AUDIO rende compartecipi l’inchiestante e l’inchiestato, rende possibile la costruzione di narrazioni e la contaminazione tout-court dei soggetti partecipanti. Privilegia, ovviamente, il piano qualitativo dell’opera.
L’inchiesta CARTACEA, il questionario, privilegia al contrario il piano quantitativo, utile alla definizione di un’analisi di fase. Il mezzo è più agile, infinitamente riproducibile, e anche più facilmente analizzabile.
Tutti e tre i mezzi sono importanti e necessari; sarà l’inchiestante che, a sua discrezione, in base al tempo e alla voglia, deciderà che mezzo utilizzare.
Il lavoro non rende necessaria una divisione dei compiti vera e propria: solo, vi sono alcune indicazioni pratiche che rendono l’opera meno pesante e più efficace.
- In due, inchiestare è più divertente. In più, le possibilità di trovare degli spunti si moltiplicano. Ovviamente, sono ben accette le sperimentazioni di inchiesta collettiva!
- Ogni inchiestante avrà bisogno della traccia di domande, che sarà infintamente modificabile in base alle necessità della situazione. Oltre alle domande “base”, ad esempio, ne sono state aggiunte altrettante, più specifiche, di cui si è preso nota durante le interviste.
- La serie di domande verrà decisa dall’orientamento della discussione. Abbiamo notato come alcune parti (ad. es. quella sulla comunicazione) necessitano di un ampliamento e di un approfondimento. E’ importante annotarle mano a mano che vengono poste!
- Per raggiungere un “livellamento” tra inchiestato e inchiestante, l’inchiesta dovrebbe assumere il più possibile la forma di un discorso tra amici. Per fare ciò, ci deve essere una reale volontà di scoprire da parte dell’inchiestante, che deve imparare ad ascoltare. La domanda iniziale, che pone il più possibile questo piano di orizzontalità, è “Percorso di formazione politica e successivi passaggi”, che permette all’inchiestato di narrarsi, scegliendo da dove partire.
IPOTETICA TRACCIA DELL’INTERVISTA
1) PRESENTAZIONE DEL SOGGETTO:
– percorso di formazione politica e successivi passaggi
– eventuali lavori teorici fatti (libri, riviste, documenti…)
– il suo percorso successivo
– il suo percorso attuale.
2) ANALISI DEI PROPRI PERCORSI POLITICI:
– analisi delle ricchezze e i limiti del proprio percorso e/o della propria proposta politica
– analisi e giudizi su quanto c’era d’altro (altri ambiti, altre riviste, altre proposte politiche e/o teoriche…)
– quanto tali ricchezze e tali limiti possano essere attualizzabili nel contesto odierno e in prospettiva futura.
3) PRIMA DIMENSIONE – IL CAPITALE:
– analisi delle trasformazioni e dei nuovi modelli di produzione e di accumulazione capitalistica
– analisi tendenziale di tali forme
– forme di dominio e sue trasformazioni anche legate all’ambito politico istituzionale.
4) SECONDA DIMENSIONE – LA CLASSE:
– giudizio del soggetto intervistato sull’esistenza della classe
– trasformazioni della classe
– sua composizione tecnica e sua composizione politica
– analisi della soggettività di classe che oggi si esprime
– giudizio su quali soggetti esprimono forme di conflitto e quali tendenzialmente possano esprimerle – opinione sulla possibile configurazione di soggetti trainanti e ricompositivi (se sì, quali)
– eventuali ipotesi di scommesse politiche su soggetti e ambiti in una dimensione di contrapposizione al capitale.
5) TERZA DIMENSIONE – LA COSTRUZIONE DELLA SOGGETTIVITA’ POLITICA ANTAGONISTA:
– punto di vista del soggetto sull’importanza o meno di parlare di soggettività politica antagonista e cosa si intende con tale categoria
– rapporti di tale categoria con quella di identità
– opinione del soggetto sulla possibilità che la soggettività politica antagonista nasca esclusivamente dalle lotte e dalla classe o, pur sviluppandosi dinamicamente internamente alla composizione di classe e nelle lotte, rimane al contempo qualcosa di differente da esse.
Nodi legati alla soggettività politica antagonista.
5a) Formazione:
– scienza e processi di costruzione del sapere
– analisi della nuova figura dello studente nell’ambito dei processi di lavorizzazione e fabbrichizzazione della società e dell’agire umano
– se e come su tale ambito si possa politicamente intervenire
– giudizio sulla formazione che si esprime negli ambiti antagonisti e ipotesi su quale formazione si possa progettualmente pensare.
5b) Militanza:
– analisi ed ipotesi su come ripensare il discorso della militanza al di là di astratti modelli e in una fase in cui molti parlano di una crisi della politica (ed opinione su tale questione).
5c) Comunicazione:
– analisi dell’evoluzione dei mass-media e loro ruolo
– ipotesi su come sia possibile pensare ad un discorso antagonista sulla comunicazione sia rispetto a quella capitalistica sia rispetto a quella che si propone in una dimensione di contrapposizione
– ruolo della comunicazione e del linguaggio nella loro globalità (quindi volantini, slogan, riunioni, interventi e via dicendo) in un percorso antagonista.
5d) Organizzazione:
– analisi delle forme di organizzazione che si sono date negli ambiti antagonisti e loro limiti
– analisi dell’evoluzione e della crisi di forme partitiche tradizionali
– possibilità di ripensare ad un discorso sull’organizzazione che si muova dinamicamente rispetto alla realtà e alla composizione politica della classe
– se e come sia possibile controusare alcuni mezzi capitalistici (ed anche l’organizzazione in quanto mezzo).
5e) Progettualità:
– opinione su come possano darsi forme di progettualità
– se debbano essere legate ad una o più parole d’ordine unificanti o si debbano muovere nel senso di una ricomposizione di specifici territoriali nell’ambito di un percorso comune.
6) GIUDIZIO DEL SOGGETTO SULLA NECESSITA’ DELL’INCHIESTA IN GENERALE E COSA SI INTENDE CON TALE CATEGORIA:
ciò anche nella sua configurazione storica a partire dalle esperienze degli anni ’50-’60, e discussione sulle sostanziali differenze tra l’inchiesta in termini generali e l’inchiesta come intervento politico (autoinchiesta operaia, conricerca).
7) GIUDIZIO SULLA NOSTRA INCHIESTA E SUA DISPONIBILITA’ A PARTECIPARVI
8) EVENTUALI PROPOSTE DI SOGGETTI DA CONTATTARE