MANIFESTO DELL’UNIVERSITÁ CLANDESTINA
Il sapere che ci viene trasmesso non è neutro. Non lo è né nei suoi contenuti né nelle sue forme. L’Università serve a dotarci di strumenti funzionali ad una forma di vita ben precisa. L’Università è il luogo in cui impariamo “come va il mondo”. Il “sapere critico” è una trappola: significa la possibilità di discutere qualsiasi enunciato senza però mai metterne in crisi realmente i fondamenti, e soprattutto la materialità delle sue conseguenze. Non c’è presa di posizione ma sterile dibattito.
Quando parliamo, e in questi mesi di occupazione della Libreria lo abbiamo fatto spesso, di “riappropriazione del sapere”, intendiamo la volontà di rendere ciò che studiamo qualcosa di radicalmente opposto alle logiche che ci opprimono o meglio ci danno a forza una determinata forma. La nostra teoria non viene più sterilizzata nelle aule dell’Ateneo, che ingabbiano il sapere per canalizzarlo verso un unico possibile. Attraverso lo studio della storia l’Università Clandestina accumulerà materiale per fare esplodere una nuova storia. Riusciremo ad imparare senza avere nessuno in cattedra a dirigerci. Un laboratorio cinematografico o la lettura in comune di un testo non saranno modi “alternativi” di passare la giornata o di approcciarsi al cosiddetto mondo culturale, ma i luoghi dove potremo cominciare a costruire un nostro linguaggio, smettendo di ripetere il discorso dominante che sempre più ci aliena.
Amare il sapere per cercare tutte le sue possibili applicazioni alla realtà.
Ciò che ci diremo si mostrerà in azioni, gesti, scelte, legami. E viceversa sapremo estrarre da ciò che facciamo parole che ci daranno ancora più forza. Incrociare differenti approcci e questioni darà il via ad una trama di sentieri che potranno disegnare il nostro nuovo territorio, la nostra nuova geometria.
Per questo, l’Università Clandestina. Ovvero underground. Non solamente contro ma sotto, tra le maglie dei dispositivi di potere di cui questo luogo è una fabbrica. Costruiremo una fortezza e un approdo per tutti coloro che sono in fuga dalle storie che ci propinano quotidianamente tg, professori, giornalisti. Ma anche un luogo da cui partire all’attacco, spostare frasi e accenti. Da cui combattere la povertà di incontri. Quanto ci sentiamo separati gli uni dagli altri durante una normale lezione? Ognuno è atomizzato, solo in mezzo a persone sole. Partiamo da qui per trovare una vera capacità di elaborazione collettiva.
Questa è la nostra sfida e la nostra scommessa, senza la pretesa di insegnare ad alcuno studente. Al limite, solo a qualche professore.
Con amore,
Ex-Cuem Libreria Autogestita