Rispondiamo all’intervento del rettore Vago comparso oggi in un articolo su la Repubblica
Nonostante trascorriamo buona parte della nostra giornata nell’Ateneo di via Festa del Perdono e nonostante subito dopo il suo insediamento abbiamo cercato un contatto con Lui, apprendiamo delle volontà e delle intenzioni del Magnifico Vago dalle pagine di cronaca milanese della Repubblica.
Innanzitutto ci congraturiamo col Rettore per la magnifica trovata: “la biblioteca aperta la sera e nei fine settimana”! Sul serio, niente ironia: bravo Magnifico! Pensi un pò, noi è dalla ripresa dell’anno accademico nel 2013 che tutti i giovedì sera teniamo aperto lo spazio della libreria Ex-Cuem in orario serale con funzione di aula studio…ed effettivamente è un progetto che funziona! Siamo contenti che il Rettore abbia colto lo spunto “per andare incontro alle richieste di studenti e docenti” e abbia apprezzato la nostra iniziativa….vede che qualcosa di buono questi occupanti lo fanno?!? Certo, “il nodo da sciogliere è quello dei costi”…pensi un pò noi facciamo l’apertura straordinaria su base completamente volontaria!!! E’ sollevato, no?? Aspettando per questo enorme risparmio i Suoi ringraziamenti e quelli dell’amministrazione, ne approfittiamo a nostra volta per ringraziare il personale dell’Università che tutti i giovedì sera rimane con noi nell’Ateneo. Aprire la biblioteca di sera e nel week end?
Ottima idea, ma per questo non c’è bisogno di chiudere l’Ex cuem autogestita, che tutti i giovedì svolge un “servizio” che l’Ateneo dovrebbe e vorrebbe fornire.
Perchè parliamo di chiusura dell’Ex cuem autogestita? Perchè proprio l’articolo prosegue a questo proposito: “la volontà mia e dell’università è quella di dare la gestione di questi spazi agli studenti per attività rivolte a loro. Ma è una cosa che va fatta attraverso un bando regolare e rivolgendosi a realtà che abbiano una forma, cme le associazioni studentesche. Possiamo dialogare con chi ha davvero la volontà di farlo, ma non con chi segue la logica della contrapposizione fine a sè stessa: una decina di persone che non rappresentano nessuno se non loro stessi e che non possono intralciare la vita di un grande ateneo come la statale”.
Allora:
1. “La volontà mia e dell’università è quella di dare la gestione di questi spazi agli studenti per attività rivolte a loro..”:dov’era l’amministrazione della Statale quando la cooperativa cuem è fallita ed è venuta a mancare la possibilità di comprare libri e dispense a poco senza essere costretti a subire il monopolio di comunione e liberazione (cusl)?Dov’era l’amministrazione della Statale quando lo spazio dell’Ex cuem è rimasto vuoto per oltre un anno?Comunque siamo d’accordo con questa improvvisa svolta: anche la nostra volontà è di vedere la gestione di questi spazi in mano agli studenti per attività rivolte a loro, e guarda caso, è esattamente il progetto che portiamo avanti dallo scorso Aprile. L’autogestione della libreria è aperta a tutti gli studenti, che possono far parte del processo organizzativo e decisionale partecipando all’assemblea di gestione aperta e pubblica tutti i lunedì’ alle ore 13, intervenendo nella scelta dei libri da ordinare alle case editrici indipendenti, portando le loro proposte per presentazioni, workshop, incontri, per-corsi… .
2.“…Ma è una cosa che va fatta attraverso un bando regolare e rivolgendosi a realtà che abbiano una forma, come le associazioni studentesche…”: abbiamo fatto un incontro con un professore di filosofia dell’università di Genova e abbiamo ragionato molto sul nodo concettuale legalità-legittimità. Per l’amministrazione un progetto studentesco che mantiene aperta una libreria altrimenti fallita e che agevola il diritto allo studio rompendo le barriere economiche è illegale e quindi (sempre secondo loro) anche illegittimo, attraverso una mistificazione concettuale che stabilisce un’equivalenza fra i due termini. Quello che ci chiediamo è: se è legale è per forza anche legittimo che la direzione del luogo principe del sapere sia affidata ad un Consiglio di Amministrazione (e che siamo, un’azienda?) con al suo interno addirittura quattro privati tra cui due esponenti del mondo delle banche e della finanza?!? Secondo noi no. Pensiamo che in questo caso ciò che è illegale è legittimo, ciò che è legale è totalmente illegittimo. Perchè non ci costituiamo associazione e non partecipiamo ad un bando per continuare a tener viva la libreria? Semplice, perchè la legalità è fatta dall’alto ed è una gabbia a maglie strettissime per controllare e limitare le istanze di libertà, autonomia e risposta ai bisogni di tanti (e non ai guadagni di pochi). Per esempio, se accettassimo di stare alle regole, mai più archivio digitale di libri di testo scannerizzati e fotocopiabili: aiuta gli studenti a non spendere cifre esorbitanti per i libri di ogni esame, ma viola le leggi a difesa degli interessi delle grandi case editrici! Mai più tutto a offerta libera: aiuta l’accessibilità alla cultura, ma qualsiasi costo di affitto o mantenimento dei locali renderebbe impossibile non imporre prezzi fissi per il rientro nelle spese. E questi sono solo alcuni esempi.
3. “Possiamo dialogare con chi ha davvero la volontà di farlo, ma non con chi segue la logica della contrapposizione fine a sè stessa”: e qui il Magifico mente sapendo di mentire. Forse non tutti sanno che….appena insediato, abbiamo chiesto noi un incontro col Rettore, in cui Gianluca vago in persona ha detto di apprezzare il nostro progetto e ci ha invitati a presentare una lettera a Lui e al CDA di presentazione della libreria. Noi così abbiamo fatto, ma da allora non abbiamo più avuto contatti, salvo venire a conoscenza di una mozione votata pochi giorni dopo dal consiglio di amministrazione e dallo stesso rettore per lo sgombero e la chiusura dell’Ex Cuem, mozione guarda caso sostenuta anche dai “rappresentanti” eletti in pompa magna col ben 11% del consenso degli studenti, che dopo essersi dichiarati a nostro favore hanno preferito agire in questo modo per accaparrarsi gli spazi della libreria (scegliendo di non interagire col percorso già attivo e ricordiamo aperto a tutti). Noi cerchiamo di rendere gli spazi comuni, da destra e da sinistra c’è chi vuole privatizzarli. L’unica contrapposizione fine a sè stessa è quella dell’amministrazione universitaria; noi qui portiamo avanti un progetto che concretamente funziona, loro sostengono una posizione reazionaria e conservatrice e, soprattutto, completamente ideologica.
4. “una decina di persone che non rappresentano nessuno se non loro stessi e che non possono intralciare la vita di un grande ateneo come la statale”: sulla decina preferiamo non rispondere, un gioco retorico vecchio di secoli(migliaia in corteo, centinaia per i giornali, 10 per la questura…), basterà partecipare alle attività della libreria o attraversarla per vedere che l’ex cuem non è uno spazio vuoto e quanti siamo, anche se quanti siamo non è un dato perimetrabile: chi viene tutti i lunedì alle assemblee è dell’ex cuem, ma lo è anche chi viene a studiare tutte le mattine, tutti i giovedì sera, chi partecipa a tutti gli incontri, chi ne propone uno una volta, chi porta il suo libro a scannerizzare e lo lascia a disposizione di tutti. Però una cosa è vera, non rappresentiamo nessuno e soprattutto non abbiamo alcuna pretesa di farlo. Viviamo in anni dove la crisi della rappresentanza è a livelli mai visti, dove a livello macroscopico i dispositivi della democrazia rappresentativa (mai stati meccanismi di autodeterminazione e partecipazione) sono totalmente asserviti ai poteri perfino non elettivi di tecnocrazia e finanza, dove a livello microscopico i rappresentati degli studenti in Ateneo non riescono a raccogliere più del 11% dei voti sul totale degli studenti, noi non vogliamo che qualcuno si faccia rappresentare da noi, vogliamo incoraggiare e diffondere pratiche di democrazia diretta e partecipazione reale (ed è anche per questo che non ci irregimentiamo in associazione). Si sbaglia anche su un’ultima cosa…con o senza libreria possiamo eccome intralciare la vita di un grande Ateneo come la Statale, e precisamente tutte le sue derive che antepongono al sapere di tutti il profitto di pochi.
Milano, 31/01/2013
ben scritto!