Tra scroscianti applausi, musica e vino, la Ex-Cuem è tornata. Sono passati due mesi dall’ultima volta che abbiamo messo piede in università e ora che ci torniamo non vogliamo esaurirci in pratiche da sbrigare né tantomeno nella noiosa routine dei tempi imposti dalla burocrazia, ottimizzati, connessi, smart. Non vogliamo rimanere intrappolati nei documenti col nostro nome, i nostri sogni di realizzazione e gli “sbocchi professionali” (li chiamano così, giusto?) ben riposti nelle segreterie studenti di Via Mercalli: senza troppi miracoli si potrebbe prevedere come andrà l’anno. L’idea che abbiamo in testa è di andare oltre a tutto questo, oltre alla mobilitazione generale che, così come la partenza per le vacanze, è il rientro nelle classi; un rituale che somiglia tanto al ridisporsi nelle postazioni di un call center. E se ci mobilitassimo in tutt’altro senso? Abbiamo riaperto la cara libreria. Chi amministra gli spazi in università riteneva sufficiente cambiare una serratura per chiuderci la bocca. Abbiamo ritenuto ragionevole sfondare la porta. Ora stiamo rimettendo i libri sugli scaffali, l’aria profuma del caffè della macchinetta. Tra i capannelli le voci si mescolano in un coro. E’ un bel giorno per ricominciare.